La nostra paura più profonda
Una poesia di Marianne Williamson resa famosa
In moltissimi attribuiscono questa poesia, la nostra paura più profonda, a Nelson Mandela oppure l’attribuiscono al suo discorso di insediamento del maggio 1994, ma non è così. Non importa, rimane una poesia da leggere, rileggere e diffondere.
La nostra paura più profonda
non è di essere inadeguati.
La nostra paura più profonda,
è di essere potenti oltre ogni limite.
E’ la nostra luce, non la nostra ombra,
a spaventarci di più.
Ci domandiamo: ”Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso? “
In realtà chi sei tu per NON esserlo?
Siamo figli di Dio.
Il nostro giocare in piccolo,
non serve al mondo.
Non c’è nulla di illuminato
nello sminuire se stessi cosicchè gli altri
non si sentano insicuri intorno a noi.
Siamo tutti nati per risplendere,
come fanno i bambini.
Siamo nati per rendere manifesta
la gloria di Dio che è dentro di noi.
Non solo in alcuni di noi:
è in ognuno di noi.
E quando permettiamo alla nostra luce
di risplendere, inconsapevolmente diamo
agli altri la possibilità di fare lo stesso.
E quando ci liberiamo dalle nostre paure,
la nostra presenza
automaticamente libera gli altri.
Sembrerà certamente paradossale, ma anche in una società “narcisistica” come la nostra non mancano esempi di persone che si chiedono
“Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso?“
Si tratta naturalmente di divenire consapevoli del proprio livello di autostima, dal momento che, se davvero pensiamo questo di noi stessi, senza dubbio abbiamo bisogno di potenziarla.
Poesia da imparare a memoria e da rileggere nei momenti di difficoltà.
Una poesia citata in film come in “Coach Carter” o in corsi di formazione, in libri e in una miriade di siti online.
Una poesia che fa star meglio chiunque la reciti perché regala consapevolezza.