Socrate

18 Aprile 2014 admin 0 Comments

Socrate non scrisse nulla

Tutto quello che sappiamo di Socrate, lo dobbiamo ad altri, soprattutto a Platone, al generale Senofonte e al commediografo Aristofane.

Socrate si esprime con brevi considerazioni e mai con pensieri lunghi, lascia la possibilità al dialogo di potersi sviluppare con le regole dell’alternanza.

Interventi brevi e proposizioni corte detti brachilogie (dalle parole greche brachys = breve e logos = discorso) e fa “partorire”, ai suoi interlocutori, pensieri liberi, personali e originali riguardo al tema trattato.

 

Apologia di Socrate – Liber Liber

Mentre Socrate è seduto in una piazza, un uomo gli si avvicina, in preda a visibile eccitazione.
“Buongiorno Socrate, sai cosa ho appena saputo?”
“No”, risponde il saggio, “come potrei saperlo?”
L’uomo, impaziente di condividere il suo segreto, si accinge a raccontare la sua storia.

 

Ma Socrate lo interrompe:
“Aspetta un momento! Prima di cominciare, puoi dirmi se hai fatto passare ciò che vuoi riferirmi attraverso i tre setacci?”

“I tre setacci?”, chiede l’altro stupito.

“Ma non so di che cosa stai parlando!”
“Il primo setaccio è quello della bontà.

Quello che vuoi raccontarmi è una cosa buona?”

“Ebbene, non ci avevo pensato.

Aspetta… no, non credo che si possa dire che si tratta di una cosa buona”.

“Allora, continua il filosofo, se non è una cosa buona, l’hai almeno fatta passare per il secondo setaccio, quello della verità?

Quello che vuoi dirmi è vero?

“Devo confessare che non ne sono sicuro”, risponde l’altro sempre più imbarazzato.

“L’ho saputo da un amico che l’ha sentito anche lui da…”

“Quindi non sai se è vero”.

“No, per dirla sinceramente, non ne so nulla “.

Socrate allora continua: “Se quello che vuoi dirmi non è una cosa buona, né sicuramente vera, almeno passa

attraverso il terzo setaccio?

E’ utile che io venga a saperla?” “Insomma, non credo che sia davvero utile”, risponde l’altro,
a disagio. Allora ascolta!

Se quello che vuoi dirmi non è una cosa buona, né vera, né utile, preferisco non ascoltarla”.

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